Cloud, in Europa si moltiplicano le alleanze per creare una vera industria. Basteranno?

Cloud, in Europa si moltiplicano le alleanze per creare una vera industria. Basteranno?

Cloud, in Europa si moltiplicano le alleanze per creare una vera industria. Basteranno?


di Luca Zorloni

Puntuale come annunciato, prima della fine dell’anno è stata svelata la nuova alleanza europea del cloud. Structura-X, questo il nome della federazione di cui Wired ha anticipato il battesimo all’inizio di dicembre. A fondarla sette aziende (e non sei, come inizialmente emerso) di Italia, Francia e Germania. Indossano il tricolore Aruba, il campione dei data center; Engineering, multinazionale dei servizi informatici; Top-Ix, il consorzio che gestisce un internet exchange per servire l’area del Nord-ovest. Più Noovle, la controllata di Tim dedicata a sviluppare il mercato del cloud e dei data center, subentrata alla capogruppo nell’alleanza con Google, e la cui partecipazione a Structura-X non era nota nel momento in cui Wired ha dato conto delle manovre di avvicinamento. Completano la squadra il colosso dell’informatica francese Atos, T-Systems, controllata della compagnia di telecomunicazioni tedesca Deutsche Telekom, e De-Cix, internet exchange tedesco.

Un attore di mercato

L’iniziativa, nata per rendere interoperabili le infrastrutture cloud di queste aziende, si è già allargata ad altre imprese del settore in Europa per un totale di 20 componenti. Il nome non è un caso. La X la lega a doppio filo a Gaia-X, l’iniziativa che mette insieme oltre 300 imprese per definire regole e standard di mercato per il cloud in Europa. Structura-X ne è figlia. 

Si unisce agli altri progetti faro che i vertici di Gaia-X sostengono per creare federazione di mercato con cui controbilanciare il potere dei signori del cloud, tutti con passaporto timbrato da Stati Uniti o Cina, a cominciare da Amazon web services, Google, Microsoft e Alibaba. Nella filosofia di Gaia-X, Structura-X deve uscire dai lock-in tecnologici dei singoli operatori e creare un’offerta integrata nelle infrastrutture cloud 100% made in Europe. Sulla falsariga di Catena-X, un progetto che mette insieme la filiera europea dell’auto, da Bmw a Volkswagen, da Stellantis a Siemens, AgriGaia in ambito agricolo ed EuroDat in quello finanziario.

I valzer in Europa

L’annuncio di Structura-X arriva a pochi giorni di distanza dal primo incontro ufficiale di un’altra alleanza europea del cloud, la European alliance for industrial data, edge and cloud, che conta 39 associati e la benedizione della Commissione europea. Il commissario al Mercato interno, Thierry Breton, ha presieduto il 14 dicembre la prima assemblea della federazione.

Tuttavia al momento l’Europa è fuori dai giochi del cloud, che nel 2020 è arrivato a valere 53 miliardi: il 70% del mercato era in mano ad Amazon (che da sola fa il 53%), Google e Microsoft. Mentre, secondo uno studio dell’operatore francese della nuvola, Ovh Cloud, e della società di consulenza Kpmg, oggi il 36% delle imprese del vecchio continente adopera il cloud ma nel 2025 ci si aspetta di arrivare al 50%. Una domanda a cui Structura-X intende rispondere con un’offerta alternativa a quella degli hyper scaler, diventati motivo di divisione per la loro partecipazione in Gaia-X. Così in Europa si moltiplicano le alleanze per controbilanciare il predominio di questi operatori, con il rischio tuttavia di frammentare gli sforzi.

Ascesa e ripensamenti su Gaia-X

In principio c’è stata Gaia-X. Prima nata come alleanza tra 22 imprese di Francia e Germania, nell’estate del 2020 si è allargata a tutta Europa, ricevendo l’appoggio della Commissione stessa. L’associazione vuole diventare l’ente industriale che fissa le regole e gli standard del settore. “Gaia-X è un modello di riferimento, un paradigma e non un operatore di mercato”, ha spiegato in precedenza a Wired Alfonso Fuggetta, amministratore delegato di Cefriel, società consortile specializzata in digitalizzazione che fa parte della compagine italiana in Gaia-X (terza per adesioni dopo Germania e Francia).

Quando però nella lista degli iscritti sono emersi i nomi di i campioni tecnologici di Stati Uniti e Cina come Amazon web services, Google, Microsoft, Salesforce, Intel, Oracle, Alibaba, Huawei, Haier e Palantir (che lavora con Fbi e Cia) sono cominciati i mal di pancia. Bruxelles ha raffreddato gli entusiasmi. Si sono sollevate critiche. C’è stata un’uscita: Scaleway, gruppo francese del cloud, ha annunciato che “non rinnoverà la sua iscrizione a Gaia-X” perché “gli scopi dell’associazioni, lodevoli all’inizio, sono stati accantonati e rallentati da una paradossale polarizzazione che sta rinforzando lo status quo, ossia un campo di gioco del tutto sbilanciato”. E infine la commissione Industria, ricerca ed energia (Itre) del Parlamento europeo ha interpellato i vertici della federazione proprio sulla presenza degli iscritti extra-Unione. Gaia-X haa replicato di avere le dovute salvaguardie per non essere condizionata dai signori della nuvola, ma l’appoggio politico è stato ridimensionato.

Una questione di fondi

Ora la Commissione preferisce portare in palmo di mano la European alliance for industrial data, edge and cloud. Alla regia c’è stato Pearse O’Donohue, vicedirettore dell’area reti della Direzione generale connessioni della Commissione europea, che aveva anche coordinato le manovre politiche in favore di Gaia-X. Ma visto com’è andata a finire, l’alleanza, spiegano a Wired fonti qualificate, è stata progettata in modo che sia ossessivamente ed esclusivamente europea. Anche perché a questo gruppo di imprese Bruxelles intende affidare la consulenza per la gestione di 10 miliardi di euro di fondi nei prossimi sei anni destinati al digitale, scrive Politico.



Source link
www.wired.it
2021-12-20 07:30:00

Previous Alain Prost, il paragone non è con Max Verstappen e Lewis Hamilton

Leave Your Comment